sabato 22 marzo 2014

L'inspiegabile Oscurantismo di alcuni vincitori del Festival di Sanremo



Guardate questo video, esibizione dei Jalisse vincitori del Festival di Sanremo 1997

https://www.youtube.com/watch?v=X6c_h8VK384

Il primo commento che si legge sotto questo video é il seguente:


Il duo Jalisse aveva partecipato l'anno precedente a Sanremo col brano "Liberami". Nel 1997 i brani in gara erano un'esagerazione: 41 e un regolamento ben preciso: anche i tre brani più votati per la sezione "Nuove Proposte" potevano accedere di diritto (superate le prime eliminatorie e le semifinali) nella categoria "Campioni".
A sorpresa , fra le nuove proposte, vengono catapultati fra i big anche i Jalisse che addirittura vincono l'edizione del festival 1997. Un lavoro troppo frettoloso e pensato male per due sconosciuti che addirittura trionfano in tale categoria. Il brano è carino ma viene ben presto tralasciato. Il cd dei Jalisse si rivela un tonfo commerciale. Il tutto da dare la colpa agli addetti ai lavori della casa discografica COLUMBIA che hanno bruciato troppo in fretta le tappe di quella che poteva essere magari una discreta carriera (stesso destino accadde l'anno successivo per Annalisa Minetti).
Il brano comunque non verrà mai dimenticato proprio per l'assurdo motivo a cui è legata questa vittoria un po' troppo fasulla. La vincitrice morale di quell'edizione comunque fu Patty Pravo.
GRAZIE A BRANDY DEEJAY per il filmato in audio stereo HQ

firmato kamiglio

http://www.miticult.it/2010/02/sanremo-tutta-la-verita-sui-jalisse_5536.html 

 su questo sito troviamo invece un articolo interessante che ci racconta un'altra verità sui Jalisse e su come venne attaccata inspiegabilmente dai media.

I Jalisse, al secolo Fabio Ricci e Alessandra Drusian, 13 anni dopo la loro vittoria al Festival di Sanremo, ringraziano Gigi Vesigna e Antonio Ricci che finalmente accendono i fari sulla vicenda del duo a Sanremo e all’Eurofestival del 1997.

Ricci infatti nella prefazione al libro di Gigi Vesigna "Vox Populi-Voci di sessant'anni della nostra vita" , racconta: "Sanremo dopo i Jalisse non fu più lo stesso. Inspiegabilmente, e in maniera per me del tutto ingiusta, i vincitori di quell'anno, invece di essere lanciati in un radioso futuro, evaporarono. Da allora vincere Sanremo non fu più importante. Dopo due mesi il cantante vincitore viene matematicamente dimenticato. La manifestazione si è trasformata da gara canora a trasmissione televisiva."


Una vittoria, quella dei Jalisse, attaccata inspiegabilmente e in maniera ingiusta seguita dalla mancata vittoria all’Eurofestival grazie ad uno scambio di voti, perchè se avessero vinto, la Rai l'anno dopo sarebbe stata costretta ad organizzare L'Eurofestival. Ombre che hanno inciso fortemente sulla carriera dei due artisti che hanno subito una sorta di assurdo ed immeritato ostracismo da parte dei media, senza per questo perdere mai entusiasmo e voglia di fare.


Così raccontano loro stessi a Gio' Alaimo del Gazzettino in un'intervista del 2 febbraio: "Tornati dall’Eurofestival fummo "cancellati". Dovevamo fare il Festivalbar, tornare a Sanremo con un brano di Morra e Fabrizio. Niente. Ci hanno messo contro tutti, hanno cominciato a dire ad altri cantanti "farete la fine dei Jalisse", a raccontare che siamo spariti, che non facciamo più niente. Per anni abbiamo presentato pezzi al Festival, musiche di Bacalov, di Rita Levi Montalcini, quest’anno insieme a Santino Spinelli, ambasciatore musicale dei Rom nel mondo. Niente. E allora abbiamo capito che non è il pezzo, è noi che non vogliono. Ma in futuro se ci vogliono a Sanremo ci devono invitare con le scuse, anche se nessuno ci ridà quello che ci è stato tolto"

Andiamo a curiosare oltre e troviamo questa intervista ai Jalisse:

http://www.style.it/vanitypeople/spy/little-italy/2010/02/9-febbraio/i-jalisse-per-tornare-a-sanremo-ci-hanno-chiesto-di-cambiare-nome.aspx#?refresh_ce

Il Festival non li ha più voluti. Ma tredici anni dopo la loro contestatissima vittoria con Fiumi di parole, i Jalisse tornano a San Remo. Stavolta per ritirare, il 19 febbraio, un premio del circuito delle radio europee per il progetto Crescere insieme a L'Aquila (musicisti che scrivono canzoni con gli studenti delle scuole), che il duo formato dai coniugi Fabio Ricci e Alessandra Drusian ha lanciato cinque anni fa. E stavolta tornano anche per prendersi una rivincita sui fiumi di barzellette, accuse e dileggi che li accompagnano dal 1997: una vittoria inaspettata e poi l'oblio. Perché dopo le pubbliche scuse di Fiorello tre anni fa, adesso è Antonio Ricci a riabilitare il duo con una prefazione al libro Vox Populi di Gigi Vesigna, in cui sostiene che il Festival si divida in due ere: ante Jalisse e post Jalisse. Prima le vittorie truccate, poi i Jalisse che sparigliano i giochi, ma anche cantanti che «evaporano» e canzoni che nessuno ricorda più. Alessandra Drusian è soddisfatta: «Finalmente qualcuno ha fatto chiarezza sullo scandalo di Sanremo».

Qual è lo scandalo?
«Hanno detto che la nostra era una vittoria pilotata. Dopo Sanremo ci hanno sempre bistrattati, eravamo diventati una barzelletta. Finalmente Ricci ha detto la verità: noi eravamo gli outsider, una catastrofe per gli addetti ai lavori».
Ricci, però, dice anche che dopo di voi vincere Sanremo non ha più significato molto.
«È vero. Ma Fiumi di parole se la ricordano tutti».
Neanche Pippo Baudo non fu molto gentile con voi: alle Iene disse che la vostra vittoria «è un mistero che durerà nel tempo».
«L'ennesima cattiveria. Dopo quella dichiarazione abbiamo provato a parlargli ma Baudo si è sempre negato. E pensare che fu proprio lui a scoprirmi nel 1990 quando partecipai a Gran Premio, uno dei primi talent show televisivi. A Sanremo, infatti, mi mascherai per non farmi riconoscere: sembravo una russa con quella capigliatura imponente e gli abiti kitsch».
Perché per tanto tempo avete tenuto nascosta la vostra relazione?
«La produttrice ci consigliò di non dire niente: forse per lui era un modo per attirare curiosità su di noi. E poi abbiamo voluto proteggere il nostro rapporto. Il gossip non ci interessa».
Seguite ancora Sanremo?
«Negli ultimi anni ci fa dormire. Ormai le canzoni passano in secondo piano rispetto alla cornice».
Vi è piaciuta la canzone di Marco Carta che ha vinto Sanremo lo scorso anno?
«Se dicessi di sì, sarei ipocrita. Diciamo ni. Ma preferivo Sal Da Vinci».
Che cosa pensa dell'ondata di cantanti che arrivano da Amici?
«Hanno fatto una gavetta più facile della nostra. Ma dico solo una cosa: se noi eravamo i raccomandati, allora questi ex di Amici cosa sono? L'anno scorso era evidente che la presenza di Maria De Filippi avvantaggiò Marco Carta».
E voi tornerete mai a Sanremo?
«Dal 1997 presentiamo un inedito all'anno ma ci hanno sempre respinti. La canzone che abbiamo inviato quest'anno non l'hanno neppure sentita. Il boicottaggio continua».
Che fare dunque?
«Noi andiamo avanti. Ma sa che cosa ci ha detto Gianmarco Mazzi, il direttore artistico di Sanremo? "Se cambiate nome, forse…"».


Il commento dei Jalisse sui ragazzi raccomandati da Amici fa comunque un po' sorridere visto che sia Marco Carta da loro nominato che Valerio Scanu vincitore nel Sanremo seguente a quello di Carta non vennero trattati dalla critica molto meglio dei Jalisse. E voi cosa ne pensate? 

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