Dopo un anno e mezzo, Marco Mengoni torna con un nuovo e straordinario singolo, dal titolo tanto esplicativo quanto enigmatico, Guerriero. Una canzone che unisce la dolcezza della melodia e la delicatezza di una voce quasi sussurrata, alle sonorità ritmate e vorticose dell’elettropop. Guerriero è uno di quei brani che inizia a ronzarti in testa già dopo un primo ascolto, e che resta impresso dopo aver colto la profondità del messaggio che racchiude. Un testo che rompe gli schemi sia dal punto di vista stilistico che tematico, ed è indice di una volontà di discostarsi dalla tradizionale ballad dove le rime: sole, cuore e amore fanno da padrone. Penso che questa sia una di quelle canzoni che ti conquista e ti spiazza non per la presenza di orpelli o trovate strappalacrime, bensì per la semplicità delle parole e la purezza del messaggio, e così dimostra che per arrivare ai cuori della gente (e non mi riferisco solo alla cerchia dei fans) non occorre far ricorso ad effetti speciali, ma basta avere qualcosa da comunicare, qualcosa che sia originale e si contraddistingua proprio per questo.
Il tratto distintivo di questo brano è, non a caso, l’intenzione di comunicare un messaggio che non è rivolto a qualcuno in particolare, ma a ciascuno, a chiunque ricerchi nella musica non solo evasione e svago, ma anche parole di conforto e speranza, a chi pensa che la musica sia un linguaggio dell’anima ancor più incisivo di mille parole pronunciate oppure scritte in prosa, a chi crede che un vero artista non sia colui che sfoggia il talento come se fosse un vestito alla moda, ma si serve del suo dono per regalare al prossimo emozioni e parole di speranza. E Marco Mengoni, in questo brano riesce in pieno ad assolvere a questa missione, tanto difficile quanto gratificante, a mio avviso.
Guerriero vuole essere quindi un brano portatore di un messaggio universale, profondo, significativo e sentito, scritto da un giovane artista che non vede nel suo pubblico un mezzo per scalare le classifiche, ma un fine a cui mirare, a cui dedicare parole colme di speranza e amore.
Amore per se stessi, per la musica e per la vita.
A questo punto verrebbe spontaneo domandarsi chi sia il guerriero e cosa rappresenti.
Il Guerriero richiama al mondo dei manga, come suggerisce anche la trama del video, è un eroe che dopo essere uscito da un giornalino di fumetti si materializza davanti a noi, prendendoci per mano e accompagnandoci nel cammino della vita. Da bambini, e non solo, capita di sognare di avere accanto il cartone animato preferito o il personaggio delle favole o dei fumetti, speriamo che ci salvi dalla monotonia della quotidianità e ci protegga da tutto ciò che ci ferisce.
Ma il guerriero non è solo il mito della nostra infanzia, l’amico immaginario che ci ha aiutato a sentirci meno soli e a rialzarci ogni volta che siamo caduti, ma è anche la nostra interiorità, la coscienza, l’anima che custodisce sogni e passioni nella profondità del suo scrigno segreto, e li sublima convertendoli in forza e motivazione tutte le volte che perdiamo l’orientamento nei meandri di una quotidianità che spesso schiaccia e offusca la nostra dimensione interiore e svaluta e calpesta i sogni.
Dunque, il guerriero non è solo un prodotto della fantasia o il risultato delle nostre sofferenze che ci obbligano ad immaginare un eroe che ci tiri fuori dai guai e sul quale proiettare speranze o illusioni, ma è il nostro alter ego, la nostra voce interiore alla quale dobbiamo rivolgerci, e dalla quale possiamo ricevere conforto, rassicurazione e risposte. Solo lei sa chi siamo poiché racchiude ed esprime l’essenza più profonda del nostro essere, ci capisce, sa cosa desideriamo, cosa vogliamo diventare e cosa invece non vogliamo diventare.
Dobbiamo imparare ad ascoltare la voce della coscienza, a guardarci dentro, perché solo ripiegandoci interiormente possiano conoscerci meglio, e trovare così la forza per lottare contro le ingiustizie e le tribolazioni alle quali la vita ci sottopone.
Tutti siamo fragili, la fragilità risiede nella stessa natura umana, spaventati da ciò che ci aspetta, preoccupati di perderci senza ritrovarci mai più, ma una certezza non ci abbandonerà mai, essa alberga proprio nell’anima, è l’anima!
La voce delicata e quasi sussurrata di Marco, in realtà, è una trasfigurazione o proiezione della voce della nostra coscienza, dell’anima, che nei momenti di difficoltà, quando la delusione si impadronisce della nostra capacità di sognare cose grandi, quando la paura prende il sopravvento oscurando anche le giornate più splendenti, quando tutte le speranze svaniscono insieme alla voglia di vivere e la tristezza interiore, nera come la notte, ci impedisce di cogliere la bellezza e la semplicità che spesso è racchiusa nelle piccole cose, ci sussurra all’orecchio delle dolci parole di conforto, trasmettendoci la forza necessaria per non arrenderci e per non precipitare nel baratro, e quando ormai siamo scivolati, ci aiuta a risalire il pendio. Ci infonde la motivazione per continuare a credere che in fondo al tunnel c’è sempre una luce pronta ad illuminare il sentiero della vita.
L’anima è il nostro guerriero che con spade di luce lotta contro le paure, le incertezze, le sofferenze, le incomprensioni e le inquietudini che come fameliche flotte di pirati “arriveranno in molti e solcheranno i mari”, faranno irruzione tentando di espugnare le sue mura fatte di sogni, speranze, desideri e passioni per impadronirsi così di quel tesoro immenso che in essa è custodito.
Se confidiamo in lei, seppure tra mille peripezie e vicissitudini, troveremo sempre una via d’uscita, un’altra opportunità o un’altra strada, e così “vinceremo contro tutti e resteremo in piedi”.
articolo di Jenny